VICO PANCELLORUM
A 555 metri sul livello del mare, dista quindici chilometri e mezzo dal capoluogo del comune, è l'ultimo dei paesi sul versante destro del torrente Lima. Imboccata la strada troviamo sul piazzale del paese la Pieve San Paolo, molto bella la vista che di qui si gode del panorama circostante. Nella parte alta del paese, in piazza si trova l'antica dimora del Vicario di Val di Lima che conteneva al suo interno, anche le prigioni. Uno dei portali, sulla destra, porta scolpita una testa di guerriero cinta di alloro che per i paesani rappresenterebbe Castruccio Castracani degli Antelminelli. Il paese è dominato dal Balzo Nero che lo sovrasta, alla sommità del monte vi sarebbe stata l'antica fortezza e la chiesa di San Marco di cui non è rimasto nulla. L'etimologia del nome non è precisa: tradizioni popolari vogliono far derivare il nome da panis celorum, pane dei cieli con riferimento al sentimento dell'Eucarestia ma pare inattendibile. È più probabile che derivi da panicellum, diminuitivo di panicum, cioè panìco, un tipo di biada. Nelle carte si trova scritto Vicus Pannucculorum ma anche Vicus Panitiolorum. Ancora un'altra "leggenda" vuole la nascita del paese per mano dei due fratelli Pancelli, esuli da Roma. Sicuramente gli abitanti di Vico sono stati nei secolo. XV-XVI diverse volte nell'Agro romano per scambi commerciali o in cerca di lavoro e le assidue frequentazioni di certi luoghi da parte della popolazione ha modificato, nel tempo, alcuni accenti e modi di dire del parlare di Vico. Viva la tradizione degli "arivari" o calderai ambulanti che ha introdotto l'uso di un dialetto particolare ancora udibile.